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Il sistema di guida emotivo

November 16 -30, 2008

Titolo:
IL SISTEMA DI GUIDA EMOTIVO
A cura di STEFANIA CARROZZINI
Luogo:
NEW YORK “BROADWAY GALLERY”473 Broadway 10013 NEW YORK, NEW YORK
Reception: 20 Novembre, 2008
Patrocinio: Fondazione D’Ars Oscar Signorini Onlus
Produzione e Organizzazione:
I AM. INTERNATIONAL ART MEDIA Milano – New York City – Pechino
Artisti:
Filippo Barbieri, Daniela Billi, Anna Maria Cimbal, Miriam De Berardis,Antonella Laganà, Silvia Pisani, Stefano Sabà, Clara Scarampella

Dalla paura alla gioia

Sapete qual’è uno dei maggiori rischi per l’essere umano nel nostro tempo? Sopraffatto da troppi stimoli, è quello di non sentire più niente, di ripararsi dalle emozioni, di anestetizzarsi per paura di soffrire. Nel racconto “Il Mondo nuovo”, Aldous Huxley descrive un mondo in cui il provare emozioni è severamente vietato, perché sono considerate un disturbo collettivo, un impedimento ai fini del controllo della società. Se, malgrado tutto, le emozioni tornano a riaffiorare, basta ingerire un po’ di medicina, chiamata soma, per ristabilire dei livelli accettabili di convivenza tra sé e gli altri. Ma sarebbe davvero un mondo auspicabile ? Si sa che la rabbia, la gelosia, l’invidia, la vergogna e la paura, sono emozioni che disturbano, ma più le scacciamo e più esse ritornano. Quindi basterebbe accettarle e non considerarle come nemiche.

Il titolo della mostra The Emotional Guidance System, ipotizza che, così com’esiste un sistema nervoso centrale e periferico, così dovrebbe esistere un organo, un sistema di guida emozionale ed intuitivo, una sorta di sesto senso che, consapevolmente connesso con il pensiero, permetterebbe l’allineamento con la fonte d’energia vitale e creativa.

Descrivere le emozioni non è facile. Mi piace pensare che la parola emozione derivi da emo-azione ossia l’azione del sangue ( dal greco, emo, sangue ) ossia il movimento del sangue nel corpo, sì un movimento straordinario che agita corpo e spirito.

Ma cosa sarebbe la vita senza emozioni e cosa sarebbe l’arte senza emozioni? Mentre cambiano i codici culturali e le vie d’accesso alla cultura, la tecnologia offre, oggi come mai in passato, la possibilità di ricerca e di sperimentazione con nuovi strumenti, media e tecniche. L’opera si smaterializza e i medium diventano mobili. Penso che la necessità dell’essere umano di esprimere la propria visionarietà, non abbia a che fare con medium, più o meno, adeguati. Il libro, il romanzo, la poesia, il quadro, possono veicolare emozioni forti e la parola può avere più impatto di un’opera digitale. Sta di fatto che siamo di fronte ad una trasformazione della percezione e d’elaborazione del pensiero. L’evoluzione della tecnica non può prescindere da quella dell’essere umano, dalla percezione di se stessi e delle proprie emozioni. Certo noi scoppiamo a piangere di fronte alla scena di un film perché siamo coinvolti, ci rispecchiamo e diventiamo quel personaggio, ci caliamo totalmente nella situazione con un rapporto d’empatia. E’ difficile che questo coinvolgimento a 360 gradi avvenga con un opera d’arte. Si tratta di due linguaggi diversi. Il nostro approccio è di solito mentale, più di tipo contemplativo. Ci chiediamo il significato di questa forma o di quella composizione, qual è il messaggio, invece che abbandonarci al sentire. E se un’opera non produce emozione, due sono i fatti: o siamo noi ad essere insensibili, oppure è l’opera che non è riuscita nel suo intento di comunicazione.

Molti sono gli artisti – per citarne uno, il video-artista Bill Viola – che hanno esplorato il fenomeno della percezione attraverso i sensi e hanno fatto delle emozioni e del linguaggio sensoriale, la strada maestra per la conoscenza di se stessi. Le emozioni giocano un ruolo chiave ed importante nella nostra vita. Tant’è che la consapevolezza espande l’esperienza quando gli indicatori emotivi, i sentimenti, dalla paura alla gioia, sono allineati con i desideri più profondi del nostro essere. Le emozioni hanno diverse frequenze, e l’amore, la gioia, la libertà, esprimono che siamo tutt’uno con la Fonte Creativa Universale. Gli artisti operano da sempre consapevolmente o meno, con la scala emozionale come tastiera energetica su cui compongono parole, suoni, immagini. E si confronteranno, sempre di più in futuro, con i gradi di una nuova percezione evoluta legata ai misteri della vita e della condizione umana.

Stefania Carrozzini

Milano, 2008

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