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The happiness

April 16 – 30, 2009

Titolo:
HAPPINESS
a cura di STEFANIA CARROZZINI
Luogo:
NEW YORK “BROADWAY GALLERY”473 Broadway 10013 NEW YORK, NEW YORK, dal 16 al 30 Dicembre 2009
Inaugurazione1: 7 Dicembre, 2009
Patrocinio: Fondazione Oscar Signorini Onlus
Artisti:
Davide Alborghetti, Gianluigi Alberio, Egidio Castelli, Marisa Pezzoli,Gabriella Porpora, Luigi Christopher Veggetti Kanku, Eugenio Vignali, Susi ZucchiFondazione Oscar Signorini OnlusProduzione e organizzazioneI AM. INTERNATIONAL ART MEDIA Milano – New York City – Pechino

“Ho sempre considerato l’arte il principale mezzo che gli esseri umani hanno per comunicare tra loro, sentendosi inseriti nella storia e in armonia con la natura. E in questa comunicazione risiede la felicità”. Pierre Restany

Immaginiamo di poter visitare il Museo della Felicità, un luogo magico in cui le opere d’arte possono far capire questo potente sentimento e non solo capirlo, ma soprattutto sentirlo, provarlo, almeno per un attimo ed uscirne diversi, cambiati, trasformati. Fermarsi di fronte ad un quadro, stare in silenzio e lasciare che l’arte e l’energia della creazione ci possiedano, significa mettersi in comunicazione con la natura inafferrabile, con la pienezza e la nascita della creazione. Vuol dire ascoltare la voce della nostra più intima aspirazione: la felicità. La dolcezza della felicità fa pensare allo zucchero, alla soddisfazione terrena, ma nello stesso tempo trascende la dimensione sensoriale per toccare le vette invisibili dell’animo umano.

La natura della felicità è la stessa dell’arte: entrambe sono forze rivoluzionarie che muovono dal pensiero e dall’emozione e mettono in gioco valori quali la libertà e la verità. Arte e felicità sono strumenti per comprendere il mondo e la natura umana. Condividono due aspetti fondamentali dell’essere: da una parte il desiderio d’immortalità, di durata nel tempo, l’aspirazione a raggiungere uno stato ideale, quello dell’opera che rappresenta il Tutto, vuole dire il Tutto, la felicità ed infelicità, luce e tenebre. Dall’altra parte vi è la consapevolezza della durata, della caducità, del tempo, di tutto ciò che è effimero, transitorio, terreno. L’artista quando è immerso nel suo lavoro, è totalmente calato in una dimensione che anela alla felicità come stato originario dell’essere, della sua intelligenza creativa. Nel profondo dell’essere umano l’aspirazione alla felicità regna senza riserve. E’ nostro compito difenderla da chi vorrebbe soffocarla. La felicità di nutrie dell’immateriale, ma ha bisogno della materia per esistere e per poterne fare esperienza. Ma qual è la natura della felicità. E’ una forma d’edonismo e d’ascetismo, è la capacità di non diventare vittime e dipendenti dai piaceri. Per questo l’arte è la via sovrana alla felicità perché pur avendo a che fare con la materia, l’artista è chiamato a spandere i confini del proprio io e non può prescindere dal meravigliarsi per l’esistenza del mondo, di vederlo come un miracolo con occhi che trascendono il possesso. La felicità del creare è superiore a qualsiasi piacere dell’oggetto creato ed è immortale e perché Come un paziente giardinaggio della nostra anima, è una pratica costante che ci fissa con amore nel presente con la forza poetica della vita.

Stefania Carrozzini

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