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PARIGI:GEOGRAFIA EMOZIONALE

Espace Sylvia Rielle: 10, Place des Vosges 75004 PARIS

09.07.2024 – 20.07.2024

Curated by Stefania Carrozzini

Lauren Banuvar, Stefania Carrozzini, Roni Doppelt, Alexandra Kauka, Inés Mantel,

Daria Martinoni, Midori McCabe, Anya Pesce, Jaqueline Real, Paul Zawadzki,

Susan Weber-Lehrfeld

 

GEOGRAFIA EMOZIONALE / GÉOGRAPHIE ÉMOTIONELLE

L’arte è un accesso, un’apertura, un dono.  E’  la volontà di far entrare gli altri nel proprio mondo, è un processo di svelamento di un segreto profondo che è spesso ignoto persino a noi stessi. La geografia emozionale  disegna nello spazio chiari e distinti echi di processi interiori altrimenti inaccessibili. E tutto questo avviene su un territorio, su una dimensione che diviene palpabile nel lavoro degli artisti attraverso il loro operare. La geografia qui è intesa come mappatura di energie calme o irrequiete, territori tangibili di spazi vissuti o immaginari. Il percorso emozionale che si dipana in questa mostra, è una narrazione che offre la rara opportunità di entrare nella mente e nel cuore di qualcuno. Entrando in questi luoghi  incontriamo una vera e propria  topografia, una geografia intima nel suo farsi.

Forme. Colori. Spazi della memoria. Oggetti nello spazio. Paesaggi urbani. Flash di momenti quotidiani. Tutto si incastra come un racconto in cui gli oggetti  cambiano  e assumono  un nuovo significato a seconda di chi guarda.Così una mostra può essere un libro geografico che  diventa mappa nel luogo dove viene percepita. Ogni opera è in genere diversa da quella che le sta accanto. Il montaggio accentua tanto le differenze quanto le  somiglianze visive. La forma sequenziale è un film in progress messo a nudo sulla parete. Input di realtà e di astrazione si alternano circoscrivendo luoghi mentali costituiti da singole e autonomi percorsi percettivi. Seguendo i fili di raccordo tra i vari lavori, si è  invitati a esplorare e a entrare in contatto con il mondo interiore degli artisti che danno vita ad un’autentica mappatura del loro inconscio. Andando al di là della singola opera, al di là del soggetto, qui si cerca di evidenziare anche il ruolo collettivo delle emozioni che suscita l’insieme corale delle opere. Tornando al soggetto, ogni opera è senz’altro frutto del contesto fisico in cui è stata pensata e creata, ai luoghi in cui è stata concepita, non solo ai luoghi fisici,  ma anche ai luoghi della memoria e dell’identità.   E queste mappe emotive possono rivelare come certi luoghi suscitano sentimenti specifici  come la gioia , la nostalgia, la paura, la tristezza. Le emozioni che viaggiano su due binari: la  mente e il cuore. Sono un fenomeno complesso e un campo di indagine immenso. Sono pensieri, riflessi fisiologici, oppure impulsi comportamentali? Le esperienze emotive sono tutti questi aspetti insieme. La nostra è un’epoca di tremenda espansione della razionalità tecnica. La continua ricerca di notorietà e di visibilità trasforma le nostre emozioni  in merci. L’arte è uno dei pochi antidoti perché ci mette in grado di riconoscere le emozioni facendoci ritrovare il nostro spazio intimo, quel luogo che non è merce di scambio e che è parte del nostro evolversi nel cammino della conoscenza.

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