skip to Main Content

Dreamscapes

Dal 6 Dicembre 6 al 17 Dicembre , 2011

A cura di Stefania Carrozzini

ONISHI GALLERY
521 West 26th Street New York, NY 10001 – t. 212.695.8035- www.onishigallery.com
Orari: da Martedì a Sabato 11.00 – 18.00

Inaugurazione: Martedì 6 Dicembre 18.00- 20.00 pm

Artisti:
Andrea Agrati, Beatrice Corradi Dell’Acqua, Alessio Elli, Karen Hochman Brown, Yeoun Lee, Emanuele Panzera, Matti Sirvio, Lisbeth Svensson Dal Pozzo D’Annone, Canal Cheong-Jagerroos, Mike Wong Joon Fong

“La grande avventura dell’arte è la capacità di vedere oltre il conosciuto, oltre i limiti del reale. Gli artisti da sempre operano in quell’area che appartiene al sogno e all’immaginario.
Il processo creativo procede per associazioni, è fatto della stessa sostanza dei sogni. Sganciati dalla vita diurna siamo liberi di ricreare noi stessi. Simbolo dell’avventura individuale, il sogno ci appare come l’espressione più vera e segreta di noi stessi. Quando sogniamo siamo tutti artisti, benché inconsapevoli, di narrazioni straordinarie, di drammi incatenati, di desideri inconfessabili, nella totale libertà da schemi e giudizi morali. Il mondo onirico trasuda di simboli ed è strutturato come un linguaggio, comunica della nostra vita molto più di quanto la coscienza diurna si racconta. Al pari del sogno anche l’arte è necessaria all’equilibrio biologico e mentale dell’individuo. Entrambi assolvono ad una funzione vitale: la fame di libertà e di poesia. Il linguaggio creativo raccoglie così l’esigenza di rappresentazione di codici e simboli, fino a trasformare l’energia delle pulsioni inconsce, anche conflittuali, in un bisogno di verità. Il sogno è come un abbozzo preparatorio, uno schizzo a grandi linee, un progetto della futura attività cosciente. Tale attività mentale la si può assimilare al processo creativo. L’inconscio si sa è il grande serbatoio dal quale attingere le idee e come il sogno anche l’arte si nutre di simboli. I Paesaggi onirici sono spazi liberi dove il sognatore è sempre protagonista. In questo spazio non esistono tempo e legge di gravità.
Le regole sono sovvertite, assurde. Le prospettive sono a tratti ingannevoli, oppure troppo reali; i contorni delle cose eterei, sottili, sospesi, ai confini del visibile. E’ con questa consapevolezza che forse siamo pronti a incontrare l’arte.”(S.C)

Back To Top